Friday 21 December 2007

BUON NATALE!

Mi accingo anch'io al rientro in patria per le feste. Sarà bello per qualche giorno tornare a fare la "figlia" e farmi coccolare dalla mia famiglia. Prevedo di metter su i canonici 3 kg ma non intendo rinunciare neppure ad una delle delizie che usciranno dalla cucina di mia madre - da anni ormai ho fatto pace con l'idea, per le diete c'è sempre tempo dopo ;-)
Buone vacanze a tutti!

Sunday 2 December 2007

S'ARANZATA


Un dolcetto sardo per ricordarsi di casa. L’ Aranzata o Aranzada non è altro che scorza d’arancia candita nel miele e mescolata a scaglie di mandorle tostate.

Era il dolce delle feste, quello che nei villaggi per tradizione si regalava ai matrimoni e ai battesimi, talvolta pressata, tagliata a rombi e servita su una foglia di agrume o lasciata morbida a mucchietti in pirottini di carta.

A casa mia, finché c’erano arance in tavola, la fine dei pasti era accompagnata dal rituale distratto del preparare e tagliuzzare la scorza della frutta che si era consumata, mentre si aspettava il caffé, si ascoltava il telegiornale e si chiacchierava del più e del meno. La scorza veniva poi messa ad asciugare al sole o sul termosifone e una volta secca si conservava in barattoli di vetro. Quando se ne accumulava a sufficienza si preparava l’aranzata e per un giorno intero la cucina profumava di agrumi, miele e mandorle tostate.

Nella ricetta non metto dosi precise perché – come tutti i dolcetti della tradizione - si procede ad occhio (queste nonne non pesavano mai nulla).

**Per essere ancora più Piero Angela, in alcuni paesi della costa orientale sarda l’aranzata si fa con un agrume endemico simile al cedro chiamato Pompia o Citrus Mostruosa (the name is the game), ma la versione con le arance è altrettanto tradizionale.

*** Gli amici della Trattoria Muvara hanno provato la ricetta, qui la ritrovate con gli utilissimi passaggi fotografati. Grazie Aiuolik e Uncle Pigor! :-)

Ingredienti:

  • Scorza di arance non trattate (con 4 arance si riempiono circa 6 pirottini)
  • Miele (d’acacia, fiori d’arancio, asfodelo o millefiori)
  • Mandorle

Sbucciare le arance praticando delle incisioni longitudinali in modo da non rovinare la scorza. Con un coltellino affilato rimuovere l’albedo dalla scorza e tagliarla finemente a julienne (la scorza cosi preparata si può utilizzare subito o seccare e conservare in barattoli di vetro).

Mettere le scorzette in un pentolino con abbondante acqua fredda, portare ad ebollizione, togliere dal fuoco e scolarle. Ripetere l’operazione (sempre partendo da acqua fresca) per 3 o 4 volte in modo da eliminare l’amaro.

Strizzare bene le scorzette e metterle ad asciugare su un panno da cucina.

Prendere un bicchiere o una tazza, pressarvi dentro le scorze d’arancia e segnarsi il livello a cui arrivano. Calcolare lo stesso volume di miele, metterlo a scaldare in un pentolino, aggiungere la scorza d’arancia e far cuocere a fuoco dolce fin quando la scorza non ha assorbito tutto il miele, rimestando spesso e facendo attenzione a non farlo bruciare o caramellare.


Nel frattempo spellare, tostare le mandorle e tagliarle a scaglie longitudinali (anche qui per la quantità si fa a occhio in base a quanto la volete mandorlosa ma non più del 50% rispetto alle arance).

A fine cottura mescolare le mandorle alla scorza d’arancia e suddividerla in mucchietti dentro dei pirottini di carta.

Alternativamente di pressa l’aranzata fra due fogli di carta forno cercando di ottenere uno spessore uniforme di circa 1 o 2 cm, si lascia asciugare e si taglia a piccoli rombi.